La memoria ti rincorre tra le pietre del Basento
e le notti lente dissepolgono il tuo volto.
Ora solo l'aria ti possiede
e straripi in un cielo
affollato d'occhi
disseminato di silenzi.
Se ti trascini stanco nei fossati
o ti rannicchi singhiozzante
al lume basso dei cimiteri
sei respiro ricurvo d'ombre
tenace invisibile vento.
Mi chiami commosso d'echi
tenero d'affetti
ancora casto
quasi candida purezza
nelle spirali del grido.
E io in ciocche di fiori premuroso
non ti chiedo della vastità
della tenebra e del silenzio.
Faccio corona ai tuoi pianti.